Vivere senza dimora è una lotta.
Una lotta contro le intemperie, la fame e la solitudine.
Sono barboni, clochard o homeless a seconda degli occhi di chi li guarda o di chi li ignora. Suscitano sensazioni diverse: compassione e tristezza ma anche rabbia e paura.
Sono circa 50.000 le persone che vagano senza meta (dati ISTAT 2014). Sono perlopiù uomini, stranieri e con un'età inferiore ai 54 anni.
Come fanno a gestire una vita messa così duramente alla prova?
A Torino è nata la Guida per le persone senza dimora grazie all'Associazione Onlus Avvocato di Strada. Contiene informazioni utili su dove trovare accoglienza notturna, mangiare, vestirsi,
lavarsi e dove trovare diversi servizi come assistenza medica, legale e psicologica. Le guide sono distribuite nei luoghi più frequentati come i dormitori e le mense.
Tuttavia non è sufficiente un posto letto o un pasto caldo per ricostruirsi una vita. Per ritrovare dignità serve un progetto di reinserimento nella società, una prospettiva di vita a lungo termine che vada oltre i bisogni fisiologici. Si deve avere la possibilità di dare e ricevere affetto, sentendosi parte di un sistema nel quale si è riconosciuti come persone.