Giocare non è solo un’attività ludica molto piacevole, ma è anche un modo per esplorare se stessi e il mondo, ovvero le persone, la natura e gli oggetti. È grazie al gioco che il bambino sviluppa conoscenze e competenze in tre aree importantissime per la sua crescita.
Il gioco è un'esperienza di apprendimento. Un'occasione unica per apprendere nuove abilità e competenze!
Giocare può essere più complicato quando il bambino ha una disabilità sensoriale, motoria o psichica, ma non dobbiamo mai dimenticare che un bambino con disabilità VUOLE giocare, PUO’ giocare e DEVE giocare.
Ancora oggi l'autismo fa paura.
Fa paura ai genitori che devono affrontarlo e fa paura a chi non l'ha mai incontrato.
Chi ha un figlio autistico si scontra contro gli sguardi diffidenti degli sconosciuti. Il peso dei giudizi esterni può influenzare molto i genitori, tanto da portarli a ridurre le uscite e passare più tempo in casa. La propria dimora diventa l'unico luogo dove stare davvero al sicuro.
Ma perché l'autismo fa così paura?
Quando in famiglia c’è un figlio disabile mamma e papà devono anzitutto occuparsi di lui. Bisogna capire quello che dice, perché si comporta in un certo modo e quali sono i bisogni che non esprime.
Tutti i membri della famiglia vengono coinvolti. In particolare i fratelli e le sorelle, detti anche siblings, sono sottoposti ad una sfida impegnativa quotidiana.
Le loro emozioni sono contrastanti, da una parte vivono la disabilità con curiosità mentre dall’altra vorrebbero estraniarsi da quel mondo vivendo semplicemente come i loro coetanei. I dubbi che hanno e le domande che fanno ai genitori sono tante. Perché non parla? Perché si comporta così? Perché non vuole giocare con me?